Tra i molti problemi irrisolti, tra cui una legge da riformare, una domanda ormai quasi inesistente, e la mancanza di un equo compenso, lavorare come giornalista sarà ancora possibile. Ma a qualche condizione…
Diventare giornalista è ancora il sogno di molti, nonostante il mercato non offra grandi opportunità e grandi compensi per questa professione dal fascino intramontabile. Complici di questa vera e propria disfatta sono stati anche i molti editori disonesti, grandi e piccoli, che hanno sfruttato, a volte anche con l’inganno, giovani speranzosi anche di talento che hanno lavorato per mesi senza vedersi riconoscere mai alcun compenso.
Attraverso il sito www.diventaregiornalista.it abbiamo raccolto le storie di alcuni giovani, magari appena laureati, e anche di persone meno giovani, che dopo numerosi tentativi presso diversi editori si sono arresi sotto i colpi dei “no” e dei “non possiamo pagarti”, rinunciando al loro sogno e ripiegando gioco-forza su mestieri meno interessanti e che non corrispondevano ai loro obiettivi.
Tuttavia esistono possibilità concrete e, come è noto, colui che vince è chi sa rialzarsi una volta in più rispetto a quelle in cui è caduto. L’anno scorso è partito infatti il primo e unico percorso formativo biennale che insegna come deve trasformarsi un giornalista oggi se vuole ritagliarsi uno spazio concreto nel mondo del lavoro: ha una durata di 24 mesi, interamente online, e comprende per tutti i partecipanti un laboratorio di giornalismo e organizzato in piccole redazioni gestite da tutor giornalisti. Il laboratorio prevede la pubblicazione di articoli retribuiti sulle testate giornalistiche partner.
Dopo il lancio della prima edizione, avvenuta lo scorso maggio, sono ora aperte le iscrizioni per la nuova edizione. L’obiettivo è di consentire a chi desidera intraprendere la strada del giornalismo di essere preparato ad affrontare una professione che notoriamente sta soffrendo una delle crisi più profonde di sempre. Ma andiamo per gradi e vediamo innanzitutto come è disciplinata la professione del giornalista e quali sono gli sbocchi professionali.
Una legge ancora da riformare
Le legge sulla professione giornalistica (L.69/1963), ancora in vigore nonostante risalga ai tempi ben lontani dalla rivoluzione digitale, stabilisce quali sono gli elenchi a cui ci si può iscrivere per esercitare una delle professioni che ancora desta un grande fascino. Quella del giornalista, appunto.
Gli elenchi principali sono due, quello dei giornalisti professionisti e quello dei giornalisti pubblicisti. In Italia sono circa 120mila gli iscritti ai due albi. L’80% circa è pubblicista. Ecco le principali differenze tra i due, e quali sono i requisiti per iscriversi a ciascuno dei due.
L’albo dei giornalisti professionisti
La legge prevede che il giornalista professionista eserciti la professione in modo esclusivo e principale, e l’iscrizione a questo elenco è incompatibile con quella ad altri albi professionali (notai, commercialisti, avvocati, eccetera).
Chi sceglie di intraprendere questa strada dovrà essere in possesso di una laurea e frequentare un master universitario di due anni. Le iscrizioni, che in alcune università avvengono ogni due anni, sono rigorosamente a numero chiuso: solo tra i 15 e i 30 studenti saranno ammessi in una delle 12 università che organizzano questo master in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti (scarica qui l’elenco).
Durante il master, full-time per l’intero biennio, è obbligatorio svolgere un praticantato in una redazione strutturata tra quelle convenzionate. Al termine del biennio si dovrà sostenere un esame di Stato per potersi iscrivere all’elenco dei giornalisti professionisti.
Il costo per frequentare il master biennale varia tra gli 8.000 e i 25.000 euro, a seconda dell’università. Gli sbocchi professionali non sono mai garantiti, poiché tutte le grandi case editrici stanno tagliando il personale senza sosta ormai da diversi anni. E, salvo avere una grande passione e una forte motivazione, non sarà facile aprirsi la strada verso una promettente carriera.
L’albo dei giornalisti pubblicisti
Per gli aspiranti pubblicisti invece il percorso è molto più semplice. Almeno finché non ci sarà una riforma dell’Ordine, invocata più volte ma mai attuata a causa della ripetuta caduta dei governi che si sono finora succeduti. In passato è stata più volte proposta la laurea come requisito necessario anche per diventare pubblicista. Ma finora nulla è ancora andato in porto.
Per diventare giornalista pubblicista quindi non è necessaria una laurea, non c’è alcun esame di Stato, ma solo un colloquio di cultura generale sulla deontologia della professione (e solo in alcune Regioni).
Il giornalista pubblicista può esercitare la professione anche in via secondaria e non esclusiva.
I requisiti per iscriversi a questo elenco sono:
- la pubblicazione di un numero minimo di articoli, di almeno 300 parole, negli ultimi 24 mesi (un minimo di 40 articoli a un massimo di 100, a seconda della Regione dove si ha la propria residenza, presso il cui Ordine regionale si presenterà la propria domanda di iscrizione);
- dimostrare che gli articoli siano stati pagati un importo minimo (anch’esso stabilito in modo variabile dai rispettivi Ordini regionali) e che i relativi contributi fiscali siano stati regolarmente versati dai rispettivi editori;
- presentare una dichiarazione firmata dai direttori responsabili delle testate sui cui sono stati pubblicati gli articoli, a dimostrazione dell’effettiva collaborazione svolta.
Ma questi requisiti non sono sufficienti a trasformare degli aspiranti pubblicisti in giornalisti capaci di competere con le sfide del mercato del lavoro. E’ necessaria anche la formazione. Per questo motivo l’Ordine dei Giornalisti ha cercato di introdurre alcuni corsi obbligatori anche per gli aspiranti pubblicisti, per i quali era necessario acquisire dei crediti formativi ed iscriversi in un apposito registro per aspiranti pubblicisti (anche se questi requisiti sono poi stati annullati per effetto di un ricorso che è stato accolto). Quindi, tutto come prima. La formazione resta comunque il nodo cruciale: è ancora pensabile, come stabilisce la legge del 1963, che sia sufficiente scrivere una settantina articoli per diventare giornalisti?
La formazione: indispensabile per qualunque professione
Sulla formazione non abbiamo dubbi: se non si hanno gli strumenti per trovare lavoro in un mercato saturo, o per crearselo come libero professionista, difficilmente si arriva da qualche parte. Se non sai dove va il mercato, si finisce per ingrassare le fila dei disoccupati e a rinunciare al proprio sogno finendo per fare qualche altro lavoro che non piace.
Conoscere gli strumenti del mestiere, tra cui in primis un approccio costruttivo nello scrivere le notizie, attraverso l’uso di fonti attendibili, dati oggettivi e di tecniche di narrazione che rispondano alle regole deontologiche, ovvero alla necessità di informare correttamente e nel rispetto del lettore e senza ricorrere a trucchetti come l’uso di titoli strillati e acchiappa-click o di notizie con toni inutilmente allarmisti.
L’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia e altri Ordini regionali, attraverso l’erogazione di corsi formativi in aula e online dedicati al giornalismo costruttivo, ha avviato una serie di corsi dedicati al giornalismo costruttivo, da cui è poi stato ideato il nuovo percorso formativo, composto da una serie di 24 corsi multidisciplinari, per consentire a coloro che vogliono diventare giornalisti competenti di mettere nella propria cassetta degli attrezzi tutte le competenze necessarie a fare professionalmente il loro lavoro.
Tra gli argomenti selezionati per i singoli corsi, si spazia dalle basi del giornalismo alle competenze digitali, a quelle necessarie per attirare il lavoro in un settore ormai in crisi da vent’anni.
Il percorso comprende la partecipazione ad una vera e propria palestra di scrittura, un laboratorio di giornalismo seguito da tutor, tutti giornalisti, nei quali vengono discussi e preparati gli articoli a firma degli studenti, che verranno poi pubblicati sulle testate giornalistiche aderenti al programma, in primis BuoneNotizie.it e di Tesori d’Italia Magazine, partner dell’iniziativa.
Gli sbocchi professionali
Non è detto che fare il giornalista significhi lavorare necessariamente in una grande redazione. I grandi editori stanno attraversando un lento e inesorabile declino, e solo i più in gamba riescono ad affermarsi presso un quotidiano o una redazione televisiva. Esistono tuttavia numerosi altri modi di esercitare la professione del giornalista. Le competenze in questo caso sono fondamentali.
Lavorare in una pubblica amministrazione o in un’azienda è una possibilità concreta se si ha la giusta formazione su come si scrive un comunicato stampa e si gestiscono le pubbliche relazioni. Anche gestire canali di comunicazione come i blog o i social è un possibile sbocco se si hanno le giuste competenze.
Così come un buon copywriter può trovare facilmente lavoro presso un’agenzia di marketing o una grande azienda. Ed è una competenza remunerata molto bene, se si è bravi. In questo caso è fondamentale avere delle solide competenze di brand journalism.
Collaborare con la redazione di una testata online richiede oggi invece delle ottime competenze SEO (acronimo di Search Engine Optimization, ovvero saper ottimizzare i testi per essere trovati facilmente sui motori di ricerca). Ma non solo: saper utilizzare i software di gestione dei contenuti, come WordPress o altre piattaforme, o saper girare un servizio con il solo uso del telefonino, sono competenze fondamentali per un giornalista dell’era digitale.
Sul sito www.diventaregiornalista.it è possibile trovare tutte le informazioni e inviare la propria candidatura, che comprende un colloquio conoscitivo e informale per sapere se il percorso è idoneo alle proprie aspirazioni e se si hanno le attitudini giuste. Non ci sono requisiti specifici per accedere: è necessario inviare un proprio CV e due articoli scritti o già pubblicati, compilare il questionario e infine fare il colloquio. Per questo motivo le iscrizioni sono a numero chiuso, quindi meglio non perdere tempo. Per conoscere le date della prossima edizione visita il sito.
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