Redazione
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I social media sono il regno della condivisione. Per l’informazione un terreno molto proficuo dove farsi notare. Ma i media italiani sembrano non aver colto la potenzialità dei social, Facebook in testa. DataMediaHub ha monitorato le fanpage di venti quotidiani italiani dal 27 settembre al 26 ottobre e ha rilevato alcuni elementi interessanti.
Le testate prese in esame sono state sia le tradizionali (Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa, Il sole24Ore, Il Fatto Quotidiano, La Gazzetta dello Sport, Libero, Il Giornale, Il Manifesto e Avvenire) sia le digital (Fanpage, TGCom24, Today, HuffPost Italia, The Post Internazionale, Il Post, Blogo, Agi, Ansa e Linkiesta).
Il primo dato fondamentale emerso dall’osservazione è che le fanpage sono una vera e propria discarica di link per generare traffico sui siti (vince Il Giornale con 5.112 post in trenta giorni, pari ad una media di 170 post giornalieri.
Quanto all’engagement con i lettori è pressoché assente. La testata con il maggiore numero di risposte fornite alla community è La Stampa che nel mese osservato ha generato 55 risposte a fronte di 234.870 commenti. Segue Il Sole24Ore con 38 risposte e poi il Corriere della Sera con 35 risposte. Repubblica si ferma a 3 risposte pur avendo ben 485.746 commenti. HuffPost Italia, che conta 124.678 commenti ricevuti, non genera risposte così come Ansa, Libero e Linkiesta che ricevono rispettivamente 155.224, 22.077, e 7.687 commenti da parte delle persone.
Quali sono i commenti generati dai link pubblicati?
Nulla di rassicurante purtroppo. Si tratta di pensieri critici nei confronti delle testate e un sentiment prevalentemente negativo.
“Fake news” e “schifo” sono tra i termini più utilizzati. Non mancano epiteti offensivi alla categoria e al lavoro dei media. La community, evidentemente arrabbiata e perplessa, non viene per nulla gestita. Si tratta di parole che restano senza risposta quando potrebbero trasformarsi in opportunità per ascoltare il lettore, conoscerlo meglio e riuscire a dargli l’informazione che merita: un’informazione costruttiva e attenta.
L’intera indagine è disponibile sul Sito su DataMediaHub.
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