Domenica 5 giugno, in occasione delle serate che anticipano il Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari che si terrà dal 14 al 18 giugno, Silvio Malvolti, fondatore e presidente dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, e Martina Fragale, direttore responsabile di BuoneNotizie.it, terranno un breve corso (accreditato per la formazione continua della professione) aperto anche al pubblico sull’importanza del giornalismo costruttivo, perché ce n’è così bisogno e come può aiutare a ricucire il rapporto con i lettori. L’incontro si svolgerà presso la biblioteca di Staranzano, nella sala Delbianco, alle ore 21. Qui il link per l’accreditamento dei giornalisti sulla nuova piattaforma della formazione continua, mentre per tutti gli altri l’ingresso è libero e gratuito.
Il Festival nasce dall’iniziativa dell’associazione Leali delle Notizie, nata nel 2015 per portare avanti un’idea di giornalismo libera e veritiera, senza filtri ma anche profondamente ancorata ai fatti. Una filosofia di vita e di lavoro che si sposa alla perfezione con quella dell’Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo.
Perché c’è bisogno di giornalismo costruttivo
Il giornalismo costruttivo è un approccio maggiormente focalizzato sulle soluzioni, che non guarda alla notizia come un mezzo per monetizzare a danno della salute mentale del lettore, ma come strumento per indurre a una riflessione. Il giornalismo costruttivo nasce in Nord Europa, dove è adottato come pratica comune anche da radio e televisioni, ed è particolarmente diffuso anche negli Stati Uniti. In Italia ce n’è un grande bisogno, data la tendenza di molti media a parlare unicamente di notizie negative, spesso con l’utilizzo di titoloni strillati e un linguaggio roboante e allarmista.
Da non confondere con il giornalismo positivo, che si focalizza unicamente sul dare buone notizie, il giornalismo costruttivo non vuole evadere dalla realtà, ma mostrare che in molti casi esistono soluzioni scalabili anche per quelle che vengono date come situazioni catastrofiche e irrisolvibili. Numerosi sondaggi hanno dimostrato che i lettori non hanno più fiducia nei giornalisti, a causa della facilità con cui divulgano fake news, e molti smettono di leggere i giornali, terrorizzati dall’ossessione per le cattive notizie e dai toni allarmisti che generano ansia.
La salute mentale delle persone, l’attenzione per le fonti, la mentalità orientata alle soluzioni devono tornare al centro del rapporto con i lettori, se il giornalismo vuole sopravvivere alle molte sfide che lo attendono, in un’epoca di cambiamento che investe soprattutto l’informazione.
Come diventare giornalisti del futuro
Non si può intraprendere una professione come quella del giornalista senza una solida formazione: ma essere “tuttologi” non sempre paga. Meglio specializzarsi in un tema e diventare “miniere di conoscenza” che sapere poco di tutto. Sapersi adattare è fondamentale, ma ciò non significa snaturare il proprio lavoro né tantomeno piegarsi alle logiche di sfruttamento nel mondo del lavoro. Su questo tema, la legge deve tornare dalla parte dei giornalisti: è necessario aggiornare un settore che ha conosciuto, grazie alla digitalizzazione, una vera rivoluzione e che va riformato per tutelare i giornalisti della nuova generazione.
In una società nella quale il 47% delle persone dichiara di non informarsi più a causa dell’effetto negativo delle notizie sulla propria salute mentale, è necessario che i giornalisti si interroghino sul ruolo che vogliono avere: informatori responsabili o “terroristi” dell’informazione?
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