Ci risiamo… “L’italia mi fa sempre più schifo”… è questo il commento di Francesca, uno dei tanti che si possono leggere in calce al video con cui Alfio Bardolla è costretto a difendersi dalle false accuse mosse da un giornalista dell’Espresso che nei giorni scorsi ha pubblicato un servizio sul noto settimanale senza aver nemmeno interpellato la persona in questione e dunque verificato la correttezza delle sue affermazioni.
“Ecco il video che non avrei mai voluto fare” esordisce l’imprenditore nel suo video, a cui sono seguite due querele a carico dei responsabili, oltre alle dovute segnalazioni alla Consob per manipolazione del mercato avendo condizionato il valore del titolo dell’azienda di Bardolla, la Alfio Bardolla Training Group (ABTG), e una richiesta danni per 12 milioni di euro.
Di nuovo, il giornalismo italiano dà il suo esempio di pressapochismo, superficialità e incompetenza, danneggiando non solo il diretto interessato e i suoi azionisti, ma anche tutti i lettori che continuano a bersi le bufale pubblicate con titoloni strillati al solo scopo di acchiappare qualche click in più e vendere le loro copie, ormai in calo costante da anni, come la credibilità degli stessi giornalisti.
Entrambe sono facce della stessa medaglia: d’altra parte che cosa ci si può aspettare? Trattare i propri lettori come polli a cui dar da mangiare sempre la solita roba è diventata la normalità in un contesto dove, da un lato, l’intero settore dell’editoria rifiuta l’innovazione, necessaria per individuare e sperimentare nuovi modelli di business, e dall’altro, lettori e telespettatori sono ormai stufi di essere presi in giro e cominciano a cambiare canale o addirittura a scegliere di non informarsi più, come chiaramente mostrato da un recente sondaggio del Reuters Institute.
Se è questa l’Italia che viene rappresentata costantemente dai media nostrani, allora ha ragione Francesca: “L’Italia mi fa sempre più schifo”. Oppure dobbiamo fare una rivoluzione culturale. Se sei d’accordo con me rimani sintonizzato su questo sito o iscriviti alla nostra newsletter: a breve ti racconterò cosa bolle in pentola!
E tu come si senti trattato dai media? Come un numero o come una persona che ha il diritto di essere informata correttamente? Fammelo sapere lasciando un commento qui sotto!
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